Profughi, Maroni con sindaci ribelli del Bresciano: "Sì alla class action contro il governo"

maroni class action"Padroni a casa nostra". E approva la mozione avanzata in Regione da R. Decorato per valutare un'azione contro il Governo

"Io sto con i sindaci che difendono la loro comunità. Padroni a casa nostra".

Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, torna a difendere la campagna anti-profughi partita nelle scorse settimane nel Bresciano, dove i primi cittadini hanno dato il via a una serie di iniziative per tenere lontani i migranti e rifiutare loro l'accoglienza, rischiando la denuncia. E si impegna per una class action contro il Governo che impone ai sindaci l'accoglienza dei richiedenti asilo.

"Ottima idea, la condivido", scrive su Facebook accogliendo la proposta del capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, Riccardo De Corato. "Presenterò - aveva annunciato De Corato - una mozione in Consiglio regionale affinché il presidente Maroni verifichi la possibilità di mettere a disposizione l'Avvocatura regionale per una class action insieme ai sindaci contro il Governo, per ribadire il 'no' all'accoglienza incontrollata di clandestini e difendere gli stessi primi cittadini qualora venissero denunciati". Nel Bresciano i toni degli amministratori sull'immigrazione si sono alzati. E contro il loro atteggiamento si è schierata la Prefettura che - dopo aver lanciato un appello alla lealtà e alla responsabilità - sarebbe intenzionata a denunciare all'autorità  giudiziaria chi rifiuta l'accoglienza di profughi sostenendo di non avere strutture idonee quando invece risulterebbero esserci.

I sindaci coinvolti potrebbero rispondere di abuso d'ufficio e falso in atto pubblico per non aver illustrato alla Prefettura di Brescia la reale situazione sul territorio. La Prefettura bresciana avrebbe incrociato le relazioni dei sindaci, con le relazioni di Asl e Demanio, scoprendo che strutture idonee all'accoglienza sarebbero presenti in alcuni Comuni che hanno rinunciato ad ospitare profughi.

Misure criticate anche dal segretario della Lega, Matteo Salvini che su Facebook aveva tuonato: "Pare che la Questura di Brescia stia indagando su 10 sindaci che rifiutano i clandestini. Ma andate a cercare spacciatori e delinquenti vari, invece di rompere le p... a chi fa il suo lavoro!". Polemica anche Mariastella Gelmnini, coordinatrice di Fi in Lombardia: "L'unica loro colpa è quella di tutelare i cittadini che li hanno eletti".

 

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