La Lega a Ponte di Legno con Salvini, contro l'Europa e i migranti

11873433_870144273063646_2769410971228833791_nPONTE DI LEGNO - Al castello all'entrata del paesone ormai non ci dorme più Umberto Bossi, ma nella stanza accanto c'è Matteo Salvini e in un'altra ancora Paolo Del Debbio. Da 25 anni, stessa festa stesse montagne per il Carroccio in versione estiva a Ponte di Legno. Una Lega che pensa già al suo autunno caldo, con il piano di fermare l'Italia per tre giorni a novembre, progetto appena accennato dal suo segretario ma che farà discutere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

Il palazzetto dello sport, 4mila posti, è pieno per quella che in teoria sarebbe l'intervista del giornalista al leader della Lega. E invece il popolo verde finisce per acclamarli entrambi ("è venuto qui a gratis, per un piatto di risotto", lo omaggia Salvini), e chissà che il calore della base finisca per convincere il conduttore televisivo - sempre in prima fila con la sua trasmissione nel denunciare le malefatte vere o presunte dei migranti - ad accettare la candidatura a sindaco di Milano per il centrodestra.

Arrivo sul palco con musica da epopea celtica, mano sul cuore e maglietta "ruspe in azione" per il segretario federale, dietro lo striscione d'antan "Mai molá tegn dür, contro Roma ladrona". Ma di Roma ormai non si parla più, si parla soprattutto dell'Europa cattiva e della cosiddetta invasione straniera. Se ad esempio il tema è la Grecia, la questione che indigna non è tanto l'austerità, quanto i migranti dell'isola di Kos.

"Libera Chiesa in libero Stato, i vescovi non rompano le palle ai sindaci", ribadisce poi Salvini in versione iperlaica, ma il tema è sempre lo stesso: i migranti. "Alcuni prelati con le tasche piene dovrebbero candidarsi con Vendola e i clandestini se li prendessero in seminario", aggiunge.

Il numero magico di Salvini è 80mila. Che sono i profughi a cui l'Italia dà assistenza, ma che sono pure gli esodati della Fornero. Il leader della Lega mette i due 80mila in contrapposizione: "Quei soldi diamoli prima ai nostri esodati". Fa lo stesso Del Debbio, che ricorda i dieci milioni di poveri del nostro Paese, dimenticati dal governo - ragiona - che allo stesso tempo si distrae e soccorre i rifugiati.

Sul fronte più politico, Salvini ricorda di avere un buon rapporto personale con Berlusconi, ma non con tutta Forza Italia. "Di sicuro in futuro se mai faremo alleanze saranno gli altri a dover venire da noi, le parole, i temi e i colori di un programma di governo sono quelli della Lega", sottolinea. E sui Cinque Stelle: "Contro la corruzione, gli sprechi e la trasparenza siamo d'accordo. Invece in Parlamento votano contro il reato di immigrazione clandestina, ma poi Grillo sull'immigrazione dice cose più cattive di me. Si mettessero d'accordo tra di loro...".

Un paese "normale", chiude e chiede Salvini. Famiglie normali, scuole normali, strade normali: il sogno normale della Lega evocato dal suo "uomo medio, fiero di esserlo". La base applaude, poi tutti in fila per il selfie con il segretario. È normale.