Manovra. Garavaglia (Lombardia): “Fondo sanitario all’osso, non ci sono margini per altri tagli”

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21 SET - La nota di aggiornamento al Def 2015 conferma per il momento, per il 2016, una spesa sanitaria superiore ai 113 miliardi, ma non mancano le preoccupazioni legate anche a certe dichiarazioni che nei giorni scorsi alcuni rappresentanti del Governo hanno reso alla stampa. In particolare a dare voce alle apprensioni delle istituzioni regionali è l'assessore all'economia della Lombardia e coordinatore della Commissione Affari Finanziari per la Conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia, secondo il quale “non ci sono margini” per intervenire con nuovi tagli sul Fondo sanitario nazionale e in ogni caso, scendere sotto un finanziamento di 112 mld di euro nel 2016, avrebbe “come effetto automatico l'incremento delle imposte e la riduzione dei servizi”.

Solo a luglio scorso in Conferenza Stato-Regioni, i Presidenti delle Regioni avevano siglato un'intesa sancendo che il Fsn sarebbe passato a 109,7 mld nel 2015 e a 113 mld nel 2016. Giorni fa, proprio sulle indiscrezioni relative a una nuova riduzione di risorse, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva detto che per il 2016 non si può scendere sotto i 112 mld: "Abbiamo letto con stupore – ha spiegato all'Adnkronos Garavaglia - le affermazioni del ministro Lorenzin che dice che sotto i 112 mld il fondo non può andare, tagliando di fatto già un miliardo di euro rispetto a quanto previsto dall'intesa sancita a luglio tra Stato e Regioni”.

“Tagliare il fondo e scendere sotto i 112 mld, quindi considerando già il miliardo che la Lorenzin si è portato via, significherebbe portare in disavanzo tante Regioni che oggi sono lì per lì per uscire dai piani di rientro o quelle che sono sul filo per entrarci. E altre Regioni in disavanzo significa aumento di Irap ed Irpef e non mi pare che Renzi voglia aumentare le tasse. Un taglio superiore avrebbe come effetto automatico l'incremento delle imposte e la riduzione dei servizi”.

"Il fondo sanitario è già all'osso, a meno che Renzi non voglia smantellare il sistema universalistico e passare a un sistema a pagamento all'americana, ma anche questa non ci sembra una cosa saggia", continua il coordinatore degli assessori agli Affari finanziari che fa notare: "Le Regioni si stanno già accollando i costi dei farmaci innovatici, come antiepatite e antitumorali che salvano vite e costano parecchio”.

“A legislazione vigente”, considerato quanto già previsto dalle scorse manovre e provvedimenti, "i tagli alle Regioni per il 2016 valgono già quasi 4,5 mld di euro e non si sa come coprire questi". Riguardo alla spending review, Garavaglia ricorda che "sono stati tagliati a luglio 2,350 mld e ciò comporta una profonda revisione della spesa in tante Regioni. C'è però un problema: dove ci sono sprechi ed inefficienza è più facile assorbire il taglio, dove si è già fatta efficienza, il taglio comporta automaticamente o una riduzione di servizi o un aumento di ticket”.

Secondo Garavaglia ci sono invece margini ci sono per agire sulle partecipate: “quella è un partita interessante - sottolinea l'assessore - però riguarda più i Comuni che le Regioni. La Lombardia, ad esempio, con 10 milioni di abitanti ha 5 partecipate, quindi c'è poco da tagliare, mentre nei Comuni i margini sono decisamente più importanti". Non solo la sanità. Secondo Garavaglia, circolano “anche voci di tagli al trasporto pubblico locale, ma non mi sembra una scelta intelligente neppure lasciare a piedi i pendolari. Il trasporto locale è già sotto finanziato di almeno 2 miliardi di euro e la parte gestita dalle Province è di fatto sull'orlo del fallimento, così come le Province stesse”.