Condanna a morte dissidente sciita Ali Mohammed al Nimr – Approvata mozione in Consiglio Regionale Ciocca (LN): “Difendere la libertà d’espressione è segno di civiltà. Anche la Lombardia si mobiliti”

cioccaInvitare, tramite le sedi istituzionali di Giunta e Consiglio, i cittadini lombardi a sostenere l’appello per la salvezza dell’attivista sciita Ali al-Nimr, condannato a morte per “partecipazione a manifestazioni antigovernative”. Questo il senso della mozione approvata oggi in Consiglio Regionale. Al riguardo il leghista Angelo Ciocca, Presidente della Commissione Attività Produttive del Pirellone, dichiara: “Come Lega Nord abbiamo sostenuto l’appello per la salvezza di questo ragazzo incarcerato in una prigione saudita e torturato al fine di estorcergli un’ammissione di colpevolezza. Alì è reo di aver palesato le sue idee, diverse da quelle della monarchia del principe sunnita. Difendere la libertà di espressione è segno di civiltà ed in molti ritengono che il giovane attivista sia vittima di una vendetta contro suo zio, sceicco dissidente e noto critico del regime saudita, anch’egli in detenzione e in attesa di esecuzione di una condanna a morte”.

Prosegue Ciocca: “La sentenza del tribunale, secondo la legge coranica, è morte per decapitazione, con l’esposizione del corpo crocifisso fino a putrefazione avvenuta.

Al di là delle barbarie legate ai metodi d’interrogatorio ed alla condanna, la sentenza che lo condanna alla decapitazione e alla crocifissione è stata confermata lo scorso 12 settembre dalla Corte Suprema saudita e, se verrà ratificata da re Salman, sarà eseguita nei prossimi giorni. Amnesty International si è fatta promotrice di un appello internazionale per chiedere alle autorità saudite di annullare la condanna a morte e di aprire un’indagine indipendente sulle torture che il ragazzo ha subito.  La petizione partita dall’Italia sinora ha superato quota 325.000 firme”. “Pur non rientrando quest’azione nei compiti del Consiglio Regionale”, conclude il consigliere regionale del Carroccio, “riteniamo sia un  obbligo morale difendere la libertà di espressione delle persone, attivandosi nel caso in tutte le sedi istituzionali possibili per sottoscrivere l’appello di Amnesty International”.