VIA CORELLI, SENNA (LEGA): TRASFORMAZIONE PONE PROBLEMA OCCUPAZIONALE, MA NOSTRA POSIZIONE SU IMMIGRAZIONE E’ CHIARA “La Cgil ha perso un’altra occasione per occuparsi del destino dei lavoratori, per noi lavoratori da ricollocare sono tutti uguali”

Milano, 6 dicembre 2018 - “Hanno perso una ottima occasione per separare la questione politica da quella occupazionale. Pensando a tutelare le persone. Mi interessava capire l’impatto occupazionale di questa trasformazione, che non è chiusura, del centro di via Corelli. La nostra posizione sull’immigrazione è chiara, il decreto sicurezza del nostro segretario Salvini sta sistemando un contesto assai confuso. Le nostre scelte sulla chiusura dei porti stanno portando dei risultati”. Così Gianmarco Senna, presidente commissione Attività produttive, che oggi ha audito una rappresentanza di lavoratori presso il centro di via Corelli a Milano, prossimo a una trasformazione a Centro per il rimpatrio, insieme a rappresentanti della Cgil.
“Nel 2017 ci sono stati purtroppo 2800 morti nel Mediterraneo, nel 2018 con la la gestione del ministro Salvini siamo passati a 1200. Tanti, ancora troppi, ma stiamo andando verso una direzione nuova. Io poi ho una idea diversa del rapporto con i paesi africani, che vorremmo aiutare a casa loro. Incontro spesso rappresentanti istituzionali ed esponenti dei paesi africani, loro stessi dicono che questo tipo di immigrazione non interessa, vogliono che i loro giovani possano vivere e crescere a casa loro. Quello che la sinistra, e della Cgil, non ha capito che abbiamo anche situazioni in quei Paesi dove il tasso di crescita è elevato. Portar via le forze migliori non si è dimostrato utile se non a chi ha lucrato sul fenomeno migratorio, e tanto. Tredici miliardi di euro in tre anni. Stiamo per questo seguendo le nostre scelte, volute dalla maggior parte degli italiani”.
In tema di tutela del lavoro, Senna ha sottolineato che “mi interessa una gestione sana dell’immigrazione, il tema occupazionale. L’attacco diretto alla nostra linea politica non mi coinvolge. Ci sono 28 persone che devono trovare una nuova collocazione e per noi sono uguali a quelle che lavorano in aziende in crisi che normalmente ascoltiamo in commissione. Per l’ennesima volta Cgil ha perso una occasione di tutelare il lavoro, facendo diventare il caso di via Corelli come una questione politica”.
“Il lavoro cambia, si trasforma, lo verifico andando a visitare realtà aziendali diverse – ha aggiunto Senna - . Sulla perdita di posti di lavoro non guardo né il colore politico né quello della pelle. Oggi la sinistra e il sindacato avrebbero fatto meglio ad occuparsi solo di lavoro. Forse se iniziano ad aprirsi a contesti diversi, la pluralità di idee può far bene a chi deve trovare soluzioni in tema occupazionale”.
“L’interesse prioritario oggi non è stato quello di trovare una soluzione per i lavoratori, ma di far salire la febbre sul tema immigrazione – ha detto in conclusione Senna - . Ma non ci siamo cascati. Piuttosto preferiamo lavorare per i posti di lavoro, con percorsi di formazione nuovi. Poi, quel genere di gestione dell’immigrazione fa parte del passato, è costato 13 miliardi di euro in tre anni. Se fossero stati utilizzati per sviluppare le imprese e creare posti, avremmo aiutato maggiormente quelli che abbiamo fatto venire qui con un sogno irrealizzabile anziché aiutarli a continuare a stare dove sono nati”.