Disforia di genere – Depositata mozione urgente al Pirellone Cappellari e Bastoni (Lega): “Vietare l'uso della triptorelina in tutta la Lombardia”

Deposita oggi al Pirellone una mozione urgente sull'uso della triptorelina (TRP) nei casi di disforia di genere. Commentano i consiglieri regionali del Carroccio Alessandra Cappellari, prima firmataria del testo, e Massimiliano Bastoni: “La triptorelina, farmaco utilizzato principalmente nel trattamento dei tumori alla prostata, può ritardare lo sviluppo puberale dei bambini che soffrono di disforia di genere; nel marzo del 2018 l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) l'ha inserita tra i medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale per curare i bambini che vogliono cambiare sesso. Si tratta di una scelta che come Lega giudichiamo pericolosa e inaccettabile, che spalanca la strada ad uno uso spropositato del farmaco sdoganandone l'attuale modalità di prescrizione off label, e che va ad impattare su una malattia la cui diagnosi risulta difficile, in quanto si tratta di una condizione che fluttua tra patologia, situazione psicosociale e libera scelta”. 
“Per inciso”, spiegano i due consiglieri leghisti, “al momento non vi è prova alcuna dell'utilità di tale farmaco nella cura della disforia, né si conoscono le conseguenze certe legate alla sua somministrazione. Persino il Comitato Nazionale di Bioetica ha espresso un parere prudenziale, sottolineando la mancanza di evidenze scientifiche su efficacia e sicurezza della TRP”.
“Resta poi un grande punto di domanda sul fatto che il blocco temporaneo del solo sviluppo fisico in un adolescente disforico possa costituire una condizione 'favorevole' alla risoluzione del suo dissidio d'identità”, concludono Cappellari e Bastoni; “per questo motivo, con la mozione urgente depositata oggi, chiederemo alla Giunta regionale di farsi portavoce presso gli organi nazionali preposti affinché la decisione di AIFA venga sospesa fino al completo chiarimento dei dubbi emersi durante le audizioni con il Comitato di Bioetica; chiediamo anche che si dispongano gli opportuni approfondimenti, anche a mezzo della Commissione preposta, sia in relazione all'assenza del foglietto illustrativo dell'indicazione dell'utilizzo del farmaco in caso di disforia di genere, sia in relazione alle conseguenze dell'utilizzo dello stesso. Chiederemo infine che la prescrizione del farmaco sia vietata in Lombardia in tutti i casi non previsti dalla scheda del prodotto rilasciata dalla casa farmaceutica. È indecente ed impensabile che si decida di mettere a rischio la salute dei bambini, per di più in una fascia d'età in cui certe scelte sono improponibili o particolarmente difficili, solo per l'ennesima concessione a certa parte politica pro-gender”.